Chi sono gli stakeholder della sostenibilità aziendale?

Un altro pezzo del puzzle di sostenibilità è in arrivo: in questo articolo introduciamo il significato di stakeholder, termine molto usato nel panorama aziendale. Non è comune però, sapere come si collocano gli stakeholder nel mondo della sostenibilità.

 

Chi sono gli stakeholder?

Partiamo dalle differenze tra “shareholder” e “stakeholder”:

  • Uno shareholder è chiunque detenga almeno un’azione di un’impresa: è quindi prevalentemente interessato alla profittabilità e alla sostenibilità finanziaria dell’azienda. Gli shareholder posseggono dei diritti specifici, incluso quello di votare la direzione e la strategia dell’impresa.
  • Uno stakeholder è letteralmente un “portatore di interesse”, quindi un membro di un gruppo che ha un interesse nell’attività d’impresa e che può influenzare o essere influenzato dall’attività dell’azienda stessa. Gli stakeholder sono pertanto interessati non solo alla performance economico- finanziaria, ma anche a quella correlata al valore sociale e ambientale.

 

Gli stakeholder aziendali

Vediamo ora insieme quali sono i famosi stakeholder di un’impresa, sottolineando il fatto che ogni organizzazione ne ha di diversi, ma molti gruppi sono ricorrenti:

  1. Azionisti e Investitori: sono prevalentemente interessati alla performance economica e alla sostenibilità finanziaria, si sta però diffondendo una maggiore consapevolezza dell’importanza di potenziare il profilo ESG aziendale. In questo gruppo un ruolo cruciale nella direzione strategica è svolto dai Proprietari fondatori o di riferimento.
  2. Dipendenti: sono tra i principali portatori di interesse delle attività delle imprese, interessati alle condizioni e all’ambiente di lavoro, la loro motivazione e soddisfazione influenzano la produttività e la fidelizzazione. In questo gruppo un ruolo chiave nella gestione operativa e nella realizzazione delle strategie definite dai Proprietari o dal Consiglio di amministrazione è svolto dai Dirigenti. 
  3. Consumatori e Clienti: sono interessati direttamente all’output dell’impresa e cercano prodotti e servizi che soddisfino le loro esigenze e sono sempre più sensibili alle pratiche etiche e ambientali.
  4. Fornitori: sono gli stakeholder dell’inizio della filiera e sono interessati a relazioni commerciali stabili e a condizioni che garantiscano la loro sostenibilità economica.
  5. Partner Finanziari (banche e altri intermediari): sono interessati alle performance economiche e finanziarie, è però cresciuta la rilevanza dell’integrazione dei fattori ESG nelle analisi di merito creditizio e di premio per le imprese più virtuose.
  6. Istituzioni, Governo e Autorità Regolatorie: sono interessate a garantire il rispetto delle normative e ad assicurare il contributo al bene pubblico. Qualche esempio del ruolo delle Istituzioni e dei Governi come fattore chiave della sostenibilità attraverso normative e incentivi: Green Deal Europeo e politiche di sostenibilità UE (dalla dichiarazione non finanziaria al bilancio di sostenibilità), PNRR italiano e reportistica di sostenibilità, piano transizione 5.0 (risparmio ed efficienza energetica).
  7. Enti e Comunità Locali: si preoccupano degli impatti sul territorio e sul benessere della comunità.
  8. Media: sono interessati a storie e notizie che possano influenzare l’opinione pubblica e la percezione della reputazione aziendale.
  9. Organizzazioni Non Governative (ONG): sono interessate alla gestione delle questioni sociali e ambientali, possono esercitare pressione e condividere competenze per migliorare le pratiche aziendali.
  10. Concorrenti: osservano le mosse strategiche per poter rispondere e adattare le loro strategie di business, anche attraverso accordi e alleanze. Ci possono anche essere forme di collaborazione attraverso le Associazioni di Categoria, consentendo di perseguire obiettivi di responsabilità anche sociale in maniera condivisa ed efficace.

 

L’importanza degli stakeholder nel mondo della sostenibilità.

Nel corso degli anni ci sono stati approcci istituzionali (l’Agenda 2030 del 2015 è il più recente e significativo a livello globale; tra quelli regionali il Green Deal della UE è del 2019, con correlate normative ancora in evoluzione sulla rendicontazione di sostenibilità), approcci accademici (ad esempio la “stakeholder theory” e la “triple bottom line”) e approcci sviluppati dalle aziende (ad esempio la GRI, Global Reporting Initiative, del 1997 o la Business Roundtable del 2019) che hanno spinto le imprese ad affrontare la sfida della sostenibilità.

Nel 1984 Edward Freeman introdusse la “stakeholder theory”, definendoli come i soggetti senza il cui supporto l’impresa non è in grado di sopravvivere. Egli sostiene che qualsiasi business per essere di successo debba creare valore per gli stakeholder.

Tale tesi rappresenta un superamento della “shareholder theory” di Milton Friedman introdotta nel 1970. Friedman sosteneva che la responsabilità sociale dell’impresa è di accrescere i profitti e massimizzare il ritorno degli azionisti, fintanto che opera entro le regole del gioco, ossia si impegna in una concorrenza aperta e libera senza alcun inganno o frode.

In alcune pubblicazioni pubblicate tra il 1994 e il 1997, John Elkington ha poi introdotto il concetto di “Triple Bottom Line”: rappresenta un nuovo approccio alla gestione d’impresa che coglie l’essenza della sostenibilità e misura il contributo di un’impresa a livello multidimensionale: Profitto, Persone e Pianeta.

Dal punto di vista della letteratura industriale, vi è stata quindi un’evoluzione del paradigma manageriale per gestire le organizzazioni, ampliando la prospettiva per affrontare anche le questioni ambientali e sociali: dalla riduzione dei rischi di impatto negativo sul valore alla creazione di un impatto positivo attraverso il potenziamento del profilo aziendale ESG, trovando il giusto bilanciamento e compromesso anche attraverso l’utilizzo dell’innovazione tecnologica.

Gli stakeholder interni ed esterni svolgono un ruolo fondamentale nel guidare le organizzazioni aziendali verso i loro obiettivi ambientali, sociali e di governance: Istituzioni, Consumatori e Clienti, Comunità finanziaria, ONG e attivismo, Concorrenti, Dipendenti e talenti, Media, Leader aziendali possono esercitare pressioni per spingere le imprese a migliorare le performance ESG e generare un valore condiviso (non solo valore economico, ma anche sociale e ambientale).

L’attività di elaborazione, attuazione e rendicontazione di una strategia ESG, attraverso piani di business strutturati e programmi di azione sostenibili, può essere orientata utilizzando gli SDGs dell’Agenda 2030 (già trattati in un precedente articolo del nostro blog).

 

La Stakeholder Analysis ESG per soddisfare tutti gli stakeholder

Il coinvolgimento degli stakeholder rappresenta una leva fondamentale per creare valore condiviso nel medio-lungo termine e perseguire una gestione responsabile e sostenibile dell’attività d’impresa. 

Qui di seguito i passaggi fondamentali della cosiddetta Stakeholder Analysis, metodologia di individuazione e ingaggio degli stakeholder aziendali, di selezione dei temi materiali per questi ultimi e di soddisfacimento delle loro legittime aspettative. La stakeholder analysis è un quadro di riferimento fondamentale per la pianificazione strategica e la redazione del bilancio di sostenibilità, sapere di cosa si tratta e quali fasi la caratterizzano può quindi essere estremamente utile:

  • Individuazione dei temi ESG più rilevanti per il contesto in cui opera l’impresa, al fine di valutare le sfide economiche, sociali e ambientali. Le priorità identificate devono essere sottoposte a revisione periodica e possono essere organizzate in macrocategorie, ad esempio: governance e responsabilità economica (es. condotta etica, creazione di valore), responsabilità sociale (es. soddisfazione dei clienti, supporto alla comunità), responsabilità verso le persone (es. salute e sicurezza, sviluppo del capitale umano e pari opportunità), responsabilità ambientale (es. riduzione delle emissioni ed efficientamento energetico, conservazione delle risorse naturali), responsabilità di prodotto o altri temi trasversali (es. qualità e sicurezza di prodotto, tracciabilità della catena di fornitura, innovazione tecnologica).
  • Identificazione e coinvolgimento degli stakeholder: i soggetti interni ed esterni (es. clienti, dipendenti, fornitori, comunità locali, investitori) su cui l’azienda produce un impatto sociale ed economico, e che al contempo hanno influenza su di essa, devono essere individuati attraverso le unità aziendali responsabili delle relazioni con essi, assegnando anche un valore di rilevanza. Gli stakeholder interni ed esterni rilevanti per l’azienda devono poi essere coinvolti nel processo di analisi dei temi ESG per richiedere una loro valutazione in termini di priorità, impatto e soddisfazione che l’impresa genera o può generare sull’economia, sull’ambiente e sulle persone. Le iniziative di coinvolgimento degli stakeholder possono essere svolte con varie modalità, preferibilmente dirette per garantire una maggiore obiettività: survey, focus group, interviste, analisi documentali, ecc.
  • Analisi di materialità: sono definiti “materiali” quelle tematiche di sostenibilità economica, sociale e ambientale che hanno rilevanza per l’attività d’impresa (performance, crescita, produttività, reputazione e rischi) e per gli stakeholder di riferimento (opinioni e valutazioni nei confronti dell’azienda). L’evoluzione normativa ha introdotto la prospettiva della doppia materialità: la dimensione “dell’impatto” delle attività aziendali sui vari aspetti ambientali e sociali, e quella “della rilevanza finanziaria” delle questioni ESG sulle performance aziendali in termini di rischi e opportunità. Lo strumento chiave per prioritizzare gli aspetti di sostenibilità è la “matrice di materialità”, che consente di visualizzarli in base alla loro rilevanza per gli stakeholder e per le performance finanziarie dell’azienda. I temi materiali, quindi importanti per gli stakeholder, sono quelli per cui ha senso rendicontare le performance su un bilancio di sostenibilità.
  • Definizione delle priorità ESG e degli obiettivi associati agli SDGs: il coinvolgimento degli stakeholder e l’analisi di materialità consentono quindi di individuare le tematiche di sostenibilità più rilevanti e di associarle agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) che l’azienda considera maggiormente connessi alla propria attività e su cui indirizza gli impegni per il futuro. Gli obiettivi allineati con i valori aziendali, la matrice di materialità e gli SDGs devono poi essere tradotti in target più specifici, misurabili e legati a cadenze temporali.
  • Monitoraggio e rendicontazione: la comunicazione agli stakeholder degli obiettivi e dei risultati di sostenibilità ESG può essere effettuata con rendiconti volontari o obbligatori in base alla normativa UE e ai principali standard di reporting di sostenibilità (es. GRI standard). Si può anche svolgere un’attività di comunicazione più limitata e mirata (es. sito aziendale, brochure, iniziative promozionali sui vari canali media), sempre seguendo il principio guida di informazioni pertinenti e attendibili.

 

Facciamo ora qualche esempio di specifici obiettivi di sostenibilità ESG, ponendoli in relazione con gli SDGs e gli stakeholder di riferimento:

Responsabilità ambientale

Obiettivi: Efficientamento energetico e riduzione delle emissioni – Gestione responsabile delle risorse naturali – Contenimento dei rifiuti.

Azioni e Risultati: Impiego delle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra generate direttamente dalle fonti aziendali (Scope 1) – Acquisto di energia da fonti rinnovabili e iniziative di compensazione (es. progetti di riforestazione) per ridurre le emissioni Scope 2 – Installazione di impianti fotovoltaici – Acquisto di macchinari e impianti ad alta efficienza energetica – Utilizzo di tecnologie per il contenimento dei consumi di risorse – Progettazione dei prodotti per la riduzione dell’impronta ecologica – Selezione accurata dei materiali e delle sostanze, privilegiando quelli a minor impatto ambientale – Gestione responsabile delle risorse idriche (es. riduzione dei consumi, gestione della disponibilità, trattamento e riciclo delle acque reflue) – Gestione responsabile dei rifiuti (es. analisi di classificazione e differenziazione, interventi di contenimento, promozione dell’economia circolare, coinvolgimento dei dipendenti per riciclo e potenziale recupero) – Sviluppo di un sistema di gestione integrato per la tutela e il miglioramento continuo in materia di qualità, sicurezza e ambiente attraverso percorsi di certificazione (es. ISO 14001, ISO 9001, ISO 45001, SA 8000, ecc.). 

SDGs    

   

SDGs: 6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari; 7 – Energia pulita e accessibile; 12 – Consumo e produzione responsabili; 13 – Lotta contro il cambiamento climatico; 14 – La vita sott’acqua; 15 – La vita sulla terra.

Stakeholder: Azionisti e Investitori, Dipendenti, Clienti, Fornitori, Partner Finanziari, Autorità Regolatorie, Comunità Locali, Media, Organizzazioni Non Governative.

 

Responsabilità verso le persone e sociale

Obiettivi: Welfare aziendale – Sviluppo capitale umano – Pari opportunità e inclusione.

Azioni e Risultati: Tutela e rispetto delle condizioni di lavoro sulla base dei riferimenti normativi – Flessibilità lavorativa (es. lavoro ibrido e orari flessibili) – Salute e benessere (es. programmi di prevenzione e benessere, assicurazione sanitaria integrativa) – Supporto alla famiglia (es. congedi parentali estesi e permessi per assistenza familiare) – Formazione e sviluppo professionale (es. programmi di formazione sistematici e piani di carriera) – Incentivi e benefici economici (es. premi di produzione e bonus) – Sostenibilità e responsabilità sociale (es. adozione di pratiche ecosostenibili e iniziative di volontariato) – Coinvolgimento e partecipazione (es. raccolta costante di feedback e eventi di team building) – Ambiente di lavoro (es. sicurezza dei lavoratori con un sistema integrato di prevenzione e controllo, spazi di lavoro confortevoli) – Principi e norme di comportamento per assicurare correttezza e rispetto reciproco, tutela delle diversità e delle pari opportunità (es. codice etico aziendale, criteri di assunzione e inclusione).

SDGs:

SDGs: 3 – Salute e Benessere; 4 – Istruzione di qualità; 5 – Parità di genere; 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica; 10 – Ridurre le disuguaglianze.

Stakeholder: Dipendenti (per favorire il benessere complessivo – aumentando la soddisfazione, la produttività e la fidelizzazione – e migliorare la performance aziendale), Azionisti e Investitori, Clienti, Fornitori, Partner Finanziari, Autorità Regolatorie, Comunità Locali, Media, Organizzazioni Non Governative.

 

Governance e responsabilità economica

Obiettivi: Corporate governance e gestione dei rischi – Condotta aziendale ed etica – Creazione di valore economico e valore sociale.

Azioni e risultati: Sistema di governo efficace (struttura, composizione e funzionamento degli organi aziendali) in termini di trasparenza e responsabilità, gestione del rischio e conformità (es. normative locali e internazionali, protezione dei dati e cybersecurity), diversità e inclusione, leadership unitaria, remunerazioni e incentivi allineati agli obiettivi di sostenibilità – Sistema di controllo interno per assicurare comportamenti in linea con le disposizioni di legge e i valori aziendali (es. modello 231) – Crescita economica responsabile nel medio/lungo termine (es. modelli di business sostenibili, economia circolare, innovazione e investimenti in tecnologia sostenibile, ricerca e sviluppo di prodotti e servizi sostenibili, gestione del rischio finanziario e del rischio climatico, rispetto delle regole, responsabilità verso i collaboratori e le comunità di riferimento) – Strategie, politiche e pratiche per aumentare la competitività aziendale e contestualmente migliorare l’impatto sociale, ambientale ed economico nelle comunità di riferimento.

SDGs:         

     

SDGs: 3 – Salute e Benessere; 4 – Istruzione di qualità; 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica; 9 – Imprese, innovazione e infrastrutture; 11 – Città e comunità sostenibili.

Stakeholder: Azionisti e Investitori, Dipendenti, Clienti, Fornitori, Partner Finanziari, Istituzioni, Governo e Autorità Regolatorie, Enti e Comunità Locali, Media, Organizzazioni Non Governative, Associazioni di Categoria.

 

In conclusione, risulta evidente la necessità di un percorso strutturato e integrato, con un approccio olistico, equilibrato e coerente.  Gli obiettivi di sostenibilità definiti attraverso la stakeholder analysis devono tradursi in azioni concrete e produrre dei risultati misurabili, che devono poi essere comunicati in modo chiaro e trasparente ai vari stakeholder portatori di un interesse nei confronti della responsabilità ambientale, della responsabilità verso le persone e sociale, della governance e responsabilità economica dell’azienda. 

La creazione di valore per i vari stakeholder (clienti, azionisti, collaboratori e gli altri sopra analizzati) con le strategie e le attività d’impresa in una prospettiva di sostenibilità ESG è fondamentale per accrescere l’efficienza (es. risparmio di risorse e costi, riduzione dell’impatto ambientale), cogliere le opportunità di innovazione (es. tecnologia, proposta di valore e mercati, vantaggio competitivo, modello di business, cultura d’impresa), garantire la resilienza e la prosperità (es. sostenibilità economica e solidità finanziaria, compatibilità con le esigenze dei clienti e delle catene di fornitura, crescita del business, attrattività di talenti e capitali, gestione dei rischi).  

Francesco Novaretti – Sustainability Manager – DIHP