La Sostenibilità: il Mega-trend che si connette alla Finanza tramite la Gestione del Rischio

Aggiungiamo un altro pezzo del puzzle alla serie Il Puzzle di Sostenibilità, provando a smentire alcune affermazioni che tutti abbiamo sentito almeno una volta in ufficio, in azienda, alle macchinette del caffè o in palestra:

  • La Sostenibilità è solo un trend?
  • La Sostenibilità è solo un costo?
  • La sostenibilità porta solo a nuovi rischi da gestire?
  • La matrice di doppia materialità è solo un altro slogan da pubblicità?

 

La Sostenibilità è un mega-trend

Iniziamo subito rispondendo alla prima domanda: “La Sostenibilità è solo un trend?” 

La risposta è “No”, perché la Sostenibilità è un “Mega-Trend”. 

Prima di tutto è meglio chiarire il significato di questa espressione che potrebbe sembrare di carattere commerciale e pubblicitario, ma è invece parte del lessico consulenziale e accademico dagli anni Novanta.

 

Cos’è un Mega-trend?

Un trend è una tendenza economica, demografica, sociale o politica, un “mega-trend” è un trend globale che sta già avendo e che avrà un impatto su grande scala e durerà per un lungo periodo di tempo. Si affermerà prima della nascita di una regolazione normativa a riguardo e sarà proprio il suo impatto sul mercato e nel mondo a spingere i regolatori a redigere delle norme sul tema. Una volta realizzato un quadro normativo di riferimento seguiranno incentivi fiscali e finanziamenti ad hoc.

Basti pensare alle tecnologie cosiddette del 4.0, prima hanno iniziato a imporsi sul mercato poi è stato emanato un Piano Nazionale per definire le caratteristiche di tali tecnologie, a seguito di ciò sono arrivati ingenti supporti economici per investimenti 4.0. 

Questo è proprio il classico iter che scandisce la nascita e l’affermazione di un mega-trend, come quello della digitalizzazione: tutto inizia da un evento che ha un impatto ESG (Environmental, Social, Governance) globale di tipo economico, ambientale e/o sociale, segue l’intervento degli enti regolatori e il lancio di piani di incentivi economici e finanziamenti agevolati. 

 

 

All’interno del mega-trend Digitalizzazione, evidenziamo l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, per cui il primo regolamento europeo è stato introdotto solo a marzo del 2024 e stanno nascendo ora i primi finanziamenti per progetti AI.

Facciamo invece un esempio di mega-trend più legato a impatti sociali: l’invecchiamento della popolazione. Questa tendenza ha tutte le caratteristiche sopra elencate: l’aumento della popolazione anziana è un fenomeno diffuso su larga scala soprattutto nei paesi sviluppati, che porta con sé impatti di natura economica e sociale, con implicazioni per il sistema sanitario, il mercato del lavoro e i modelli di consumo. I paesi più impattati hanno implementato negli anni riforme al sistema pensionistico e sanitario e introdotto supporti economici per determinate fasce della popolazione. 

 

Doppia materialità, gestione dei rischi e regole normative del gioco

Ora che abbiamo approfondito il tema dei mega-trends a livello generale, entriamo nello specifico degli elementi che fanno della Sostenibilità un megatrend, iniziando dal definire gli impatti ESG nel panorama aziendale, passando per il quadro normativo che già vige in Europa a riguardo, fino al ruolo cruciale del mondo della Finanza che stabilisce le regole del gioco.

 

Prima di iniziare, di seguito due concetti fondamentali per questa analisi:

  1. Sostenibilità nel sistema azienda: la sostenibilità d’impresa si declina nel concetto di sopravvivenza nel presente, progresso per il futuro e responsabilità nel raggiungere e rendicontare obiettivi sociali e ambientali.
  2. Definiamo il Rischio come il prodotto tra la Probabilità di accadimento di un determinato evento, detto hazard e l’Intensità delle sue conseguenze e ricordiamo inoltre che esistono due tipologie di rischio:
    • Il rischio fisico che è associato direttamente a eventi atmosferici e condizioni ambientali estreme, degli esempi sono alluvioni, terremoti o uragani
    • Il rischio di transizione che può essere di 4 tipologie:
      1. politico o legale: nuove normative stringenti da rispettare
      2. tecnologico: nuove tecnologie che spingono l’azienda a innovare
      3. di mercato: dettato dall’ingresso nel settore di nuovi competitors
      4. reputazionale

 

La sostenibilità e la doppia materialità: un impatto doppio

Partiamo dalla prima caratteristica dei mega-trends, l’impatto ESG su larga scala e decliniamolo a livello aziendale. 

Chiunque abbia sentito parlare di sostenibilità, avrà anche sentito parlare di materialità o più precisamente di doppia materialità. Nel concetto di doppia materialità vi è il legame tra il mondo della sostenibilità ambientale (E, environmental) e sociale (S, social) e i temi economici. Al contrario di ciò che sostengono in molti, i fattori E ed S sono strettamente legati a quelli economici, il ponte tra i due mondi si chiama gestione dei rischi. 

Partiamo col definire un tema come “materiale” quando è considerato significativo e rilevante per un portatore di interesse, in inglese stakeholder.

Un tema/elemento è materiale per un certo stakeholder quando racchiude in sé rischi e opportunità che impattano sulla sfera economica, sociale e ambientale di quello stakeholder 

 

Facciamo due esempi concreti: per un’azienda dell’agrifood o del settore tessile un tema materiale è la trasparenza nella filiera produttiva, mentre per una società che gestisce grandi moli di dati due temi materiali sono la cybersecurity e l’impatto energetico dei data center. 

Aggiungiamo un pezzo fondamentale: ogni risorsa gestita da un’azienda ha una doppia materialità, ovvero è rilevante per almeno due stakeholders. 

 

Quali sono le due dimensioni della doppia materialità?

Esistono due tipi di materialità che ritroviamo nelle matrici di doppia materialità dei bilanci di sostenibilità delle aziende:

  • Materialità finanziaria: analizza gli impatti economici/finanziari subiti dall’azienda e generati dall’ambiente esterno, figli di rischi fisici o di transizione. Viene anche definita materialità outside-in perché si concentra sulle conseguenze economiche positive o negative che l’azienda potrebbe avere se si verificassero determinati rischi/opportunità ESG. In questo caso colui che genera l’impatto è l’ambiente esterno, da cui parte la freccia nella figura sottostante e l’azienda lo subisce. L’impatto lo si ritrova direttamente sul conto economico CE e sullo stato patrimoniale SP dell’azienda.

 

  • Materialità d’impatto: analizza gli impatti ESG positivi e negativi generati dall’azienda e subiti dall’ambiente esterno, figli dei processi e operazioni aziendali. Viene anche definita materialità inside-out perché si concentra sulle conseguenze ambientali, sociali ed economiche che gli stakeholders esterni subiranno a fronte di determinate scelte aziendali. In questo caso colei che genera l’impatto è l’azienda, da cui parte la freccia e l’ambiente esterno lo subisce, l’impatto è direttamente associabile a tematiche ESG o a specifici Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030, come visibile nella rappresentazione qui sotto.

 

 

Entriamo nel concreto, prendiamo come esempio il tema materiale della qualità dei prodotti/servizi che è comune a tutte le realtà aziendali e proviamo ad analizzarlo in ottica di doppia materialità:

  • Materialità finanziaria
    • nuove normative più stringenti possono portare a maggiori costi interni per controlli di qualità più severi;
    • nuove tecnologie sul mercato o nuovi competitors possono spingere l’azienda a maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, impattando direttamente il conto economico;
    • l’esistenza di certificazioni di qualità o di nuovi segmenti di mercato sono invece opportunità che l’azienda può cogliere e beneficiarne dal punto di vista di revenues o valutazione degli assets.

 

  • Materialità d’impatto: analizzando la materialità da un punto di vista inside-out, l’azienda ha l’opportunità di:
    • offrire prodotti di alta qualità di cui beneficeranno i propri clienti;
    • applicare il quality engineering anche sui processi impattando la sicurezza dei propri stakeholders interni, ovvero i dipendenti;
    • produrre prodotti di buona qualità impattando positivamente anche l’ambiente, grazie all’aumento della vita utile della propria produzione;
    • con prodotti di scarsa qualità si avrebbero impatti contrari.

 

Concentriamoci ora sulla gestione delle emissioni di CO2, un tema materiale per molti stakeholders, tra cui diverse fasce di consumatori, capofiliera attenti all’ambiente, istituzioni ed enti di credito:

  • Materialità finanziaria
    • se osserviamo la direzione outside-in analizziamo i rischi fisici legati a questo tema, come l’aumento delle temperature o la diminuzione delle piogge che possono impattare su aziende dell’agrifood, con conseguente aumento dei costi assicurativi e di R&D;
    • sempre riguardo la materialità outside-in citiamo rischi esterni di transizione come la nuova direttiva CS3D che impone il monitoraggio e la rendicontazione di scope 1, 2  e 3 per specifiche filiere. Se gestiti questi rischi diventano opportunità, sennò costi difficilmente recuperabili. 

 

  • Materialità d’impatto: le emissioni dirette della produzione dell’azienda (scope 1), quelle indirette legate all’energia comprata da terzi (scope 2) e quelle della propria filiera (scope 3) hanno un evidente impatto sull’ambiente e le comunità circostanti, associabile all’SDG13-Climate Change. Questo è un classico esempio di esternalità di cui viene oggi chiesto all’azienda di essere responsabile, cioè di monitorare, rendicontare e migliorare. 

 

Il ruolo dellaRegolamentazione ESG

Parlando della seconda caratteristica di un mega-trend, il quadro normativo, la sostenibilità sta ancora aspettando una regolamentazione completa e univoca: non esiste infatti un quadro normativo unitario e condiviso in materia di sostenibilità in tutto il mondo, quindi è difficile prevedere la direzione che prenderà questo trend nei diversi mercati globali ed è al momento impossibile misurarne gli impatti in maniera univoca. A livello europeo però è giusto ricordare la CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive del 2022 e la CS3D, Corporate Sustainability Due Diligence Directive del 2024, che introducono l’obbligo rendicontativo dei temi materiali per i diversi stakeholders lungo tutta la catena del valore, tramite bilanci di sostenibilità che sono frutto proprio delle matrici di doppia materialità.

Per maggiori dettagli sul tema del quadro normativo, potete leggere il nostro articolo sull’evoluzione della Regolamentazione della Sostenibilità Digitale

 

Il costo del denaro

Per quanto riguarda il terzo elemento dell’analisi dei mega-trends, gli incentivi economici, bisogna sottolineare che il sistema bancario e il mercato azionario si stanno ponendo sempre più la questione di comprendere se l’impresa è in grado di rimborsare un finanziamento o creare rendite nel medio e lungo termine. La risposta è nella matrice di doppia materialità. Le aziende che sono consapevoli dei propri impatti sull’ambiente esterno e stanno lavorando per mitigarli, hanno diritto a un costo del denaro minore sia in caso di richieste di finanziamenti presso enti creditizi sia per quanto riguarda gli ambienti assicurativi. Dimostrandosi più responsabili negli impatti inside-out, mitigando i rischi con azioni mirate, contribuiscono infatti a ridurre i rischi outside-in della filiera e della comunità circostante. Si può quindi affermare che:

 

Il ponte tra la Sostenibilità e la Finanza Sostenibile è la gestione del Rischio

 

In che modo le tecnologie digitali contribuiscono alla sostenibilità?

La domanda che sorge spontanea è: qual è la chiave per realizzare una matrice di doppia materialità realistica e gestire i relativi rischi e opportunità? La risposta intuitiva è la conoscenza approfondita e l’ottimizzazione dei propri processi oltre che strumenti digitali ad hoc.

Le nuove tecnologie ci servono per: 

  • monitorare gli hazards e le probabilità di rischio, tramite data collection in real time (ottimizzazione materialità outside-in)
  • monitoraggio dei fattori ESG e creazione di valore ESG (materialità inside-out)
  • ingaggio degli stakeholders 
  • massimizzazione delle diverse opportunità derivanti dall’ambiente esterno

Nei prossimi articoli della serie Il Puzzle di Sostenibilità analizzeremo il ruolo delle più famose tecnologie e software di gestione in questo scenario, studiando il loro potere di minimizzazione e monitoraggio degli impatti outside-in sui conti dell’azienda e generazione di valore per l’azienda e per l’ambiente circostante. 

Collocheremo insieme il digitale in questo scenario di doppia materialità

 

 

Elena Di Donato –  Digital Sustainability & Partnerships – DIHP